Come le persone usano ChatGPT: il nuovo report di OpenAI

Stefano Sebastianelli

Stefano Sebastianelli

A.D. e Head of Sales di Aipem

Il 15 settembre 2025 OpenAI ha pubblicato il report “How people use ChatGPT”, che rappresenta uno dei più ricchi studi finora realizzati sull’uso quotidiano e professionale dell’intelligenza artificiale per conversazione.

La ricerca è stata realizzata da OpenAI in collaborazione con il National Bureau of Economic Research (NBER), un importante organismo accademico/statistico statunitense, e analizza l’utilizzo di ChatGPT, nel periodo che va da maggio 2024 a luglio 2025, prendendo in considerazione oltre 1,5 milioni di conversazioni (rese anonime) con l’intelligenza artificiale da parte di un campione di oltre 130.000 utenti.

Cosa rivela il report

L’80% delle conversazioni analizzate si possono ricondurre a tre principali marco-aree:

Writing/Editing

Creazione o revisione di testi, email, documenti, traduzioni.

Practical guidance

Consigli, idee, soluzioni pratiche, tutoring.

Information seeking

Domande, ricerca di dati, spiegazioni su argomenti.

Altri utilizzi minoritari, seppur significativi, riguardano la scrittura e il debug di codice, il supporto emotivo, l’intrattenimento e la sintesi di documenti complessi.

Ne emerge quindi un quadro generale che sfata alcuni luoghi comuni:

  • non solo programmatori – l’uso per scrivere codice è in realtà minoritario. La maggior parte delle interazioni riguarda attività pratiche, richieste di informazioni, scrittura ed editing di testi;
  • un alleato quotidiano – cresce l’impiego di ChatGPT per piccole necessità di ogni giorno – dal riassunto di un documento alla stesura di un messaggio ben formulato;
  • un pubblico sempre più vario – rispetto ai primi mesi, oggi il divario di genere si è praticamente azzerato, con una quota femminile che ha raggiunto e superato il 50%;
  • diffusione globale – l’adozione accelera nei Paesi a medio e basso reddito, segno che l’AI non è più solo uno strumento per mercati avanzati, ma un mezzo accessibile a livello planetario.

ChatGPT vs Google

Il report di OpenAI non affronta direttamente gli aspetti comparativi con Google e motori di ricerca, ma fornisce spunti utili che, integrati con altri studi, delineano alcune tendenze.

1. Funzionalità di ricerca vs generazione di output

Uno dei risultati chiave è che gran parte dell’uso di ChatGPT riguarda non solo il reperimento di informazioni, ma anche la generazione di contenuti concreti, attività in cui i motori di ricerca tradizionali sono meno efficaci. Ciò significa che ChatGPT è percepito non solo come un motore di ricerca alternativo, ma come uno strumento che può ridurre il carico cognitivo/operativo rispetto al dover cercare, leggere, sintetizzare da molte fonti. Ogni obiettivo richiede una strategia diversa, con costi di acquisizione specifici.

2. Tempi e semplicità nell’uso

In ulteriori studi accademici (non direttamente parte del report NBER) si è osservato che gli utenti con ChatGPT impiegano meno tempo per svolgere compiti informativi rispetto a motori tradizionali come Google (con una maggiore qualità percepita dell’informazione), pur con livelli simili di successo nel reperimento delle informazioni. Tuttavia, nei compiti più complessi che richiedono verifica dei fatti e confronto critico di fonti, Google ha un vantaggio in termini di trasparenza delle fonti e quantità di materiali consultabili direttamente.

3. Una nuova modalità di ricerca online?

Nel report si sottolinea che alcune richieste a ChatGPT somigliano (per intento) a ricerche sui motori classici, che ChatGPT soddisfa andando oltre al semplice “link”, offrendo direttamente una risposta in linguaggio naturale.
Tuttavia, gli utenti continuano ad alternare motori di ricerca tradizionale e AI in base al tipo di richiesta (richieste specifiche, localizzate, aggiornamenti in tempo reale, grafica/maps).

Perché è interessante per chi fa comunicazione

Il report di OpenAI non è un punto di arrivo, ma una fotografia in continuo aggiornamento. Man mano che le persone scoprono nuove possibilità, cambiano anche le modalità d’uso e le aspettative verso questi strumenti.
L’AI è ormai percepita come strumento trasversale, utile a chiunque debba comunicare in modo chiaro, rapido ed efficace, e il suo valore cresce nella quotidianità, non solo in contesti tecnici o altamente specialistici. Per questo, nel progettare contenuti e campagne, è importante considerare come i pubblici utilizzano ChatGPT per informarsi, scrivere, generare idee.

Contenuti AI-ready

Le imprese dovrebbero considerare di produrre materiali che possano essere facilmente “riutilizzati”/adattati da ChatGPT — guide, FAQ, spiegazioni, contenuti esplicativi.

Visibilità in rete

Le ricerche che finiscono con zero-click nei motori tradizionali stanno diventando più frequenti, specie con le funzioni che forniscono sintesi (snippet, AI overview). ChatGPT rappesenta un’alternativa che evita passaggi intermedi. Le aziende dovranno offrire valore che vada oltre la mera presenza sui motori: credibilità, autorevolezza, fonti verificabili.

Customer care e supporto

Usare ChatGPT (o strumenti simili) per assistere clienti, rispondere a domande frequenti, dare consigli utili può essere molto utile: l’uso “non lavorativo” del tool si mescola spesso con aspettative verso chiarezza, utilità immediata.

Sfida della fiducia e accuratezza

Poiché ChatGPT può produrre risposte convincenti ma non sempre perfettamente accurate, chi realizza contenuti deve curare molto la qualità e la trasparenza delle fonti, magari aiutando gli utenti a “verificarne la qualità”.

L’evoluzione dello scenario

Per chi lavora nella comunicazione, siamo in presenza di un nuovo equilibrio tra intelligenza umana e intelligenza artificiale: la prima orienta, interpreta, dà senso e creatività; la seconda velocizza, amplifica, apre opportunità.

Ormai, e noi di Aipem lo sappiamo bene, la vera sfida non è “se” usare l’AI, ma come integrarla in modo intelligente nelle strategie di marketing e comunicazione delle imprese.

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