6 ERRORI COMUNI CHE LE AZIENDE COMMETTONO QUANDO PROVANO A FARE MARKETING DA SOLE

Bollino per Blog

Nicola Donda

A.D. e Digital Creative Strategist di Aipem

Fare marketing in house può sembrare la soluzione più economica e veloce. Ma senza metodo e competenze trasversali, il rischio è trasformare ogni investimento in un boomerang: tante energie spese, pochi risultati misurabili.

Il marketing moderno è un ecosistema complesso fatto di strategia, tecnologia e creatività. Gestirlo senza una regia può portare a errori che rallentano (o addirittura bloccano) la crescita.

Vediamo insieme i 6 errori più frequenti che incontriamo quando un’azienda decide di fare marketing da sola — e come evitarli.

1. Assenza di una strategia data-driven

Un post su Facebook, una campagna Google Ads “fai da te”, una newsletter mandata ogni tanto. Senza una visione d’insieme, ogni azione diventa un fuoco di paglia.

Errore: mancano obiettivi chiari, KPI e un percorso coerente verso il risultato.
Soluzione: partire da un marketing plan strutturato, con analisi di mercato, posizionamento e funnel di conversione.

2. Pensare che “bastino i social”

I social sono utilissimi, ma non bastano. Gli algoritmi cambiano, i costi di reach aumentano e la dipendenza da una sola piattaforma è rischiosa.

Errore: concentrare tutto il budget e l’energia su un unico canale.
Soluzione: integrare i social con SEO, ADV multicanale, content marketing ed email automation, creando un ecosistema cross-channel.

3. Non conoscere davvero il proprio pubblico

Fare comunicazione “per tutti” è un classico. Ma quando si parla a tutti, in realtà non si parla a nessuno.

Errore: contenuti troppo generici, che non colpiscono né emozionano.
Soluzione: sviluppare buyer personas basate su dati reali (analytics, CRM, ricerche) per creare messaggi personalizzati e mirati.

4. Ignorare la misurazione dei risultati

Pubblicare o sponsorizzare senza tracciare nulla è come navigare senza bussola. Troppo spesso ci si ferma a like e impression, dimenticando metriche più strategiche.

Errore: mancanza di KPI = impossibilità di ottimizzare.
Soluzione: impostare dashboard, monitorare conversioni e KPI come CAC (Customer Acquisition Cost), CLV (Customer Lifetime Value) e ROI.

5. Voler fare tutto in autonomia

SEO, advertising, content creation, design, UX, automation… il marketing digitale è un lavoro multidisciplinare. Pretendere di coprire tutto in house porta a risultati spesso “artigianali”.

Errore: dispersione di energie, poca profondità nelle competenze.
Soluzione: affiancare al team interno un partner specializzato, che porti know-how e strumenti avanzati.

6. Sottovalutare la creatività

Dati, funnel, KPI: fondamentali. Ma c’è un ingrediente che rende un brand davvero memorabile: la creatività.

La creatività pubblicitaria è quella scintilla che accende l’immaginazione, che trasforma un prodotto in un’esperienza, che fa sì che un messaggio non solo arrivi — ma resti.

Errore: contenuti corretti ma piatti, incapaci di emozionare o differenziare il brand.
Soluzione: affidarsi a professionisti della comunicazione creativa, capaci di trasformare insight in idee distintive, memorabili e condivisibili.

Conclusione

Fare marketing da soli può sembrare più semplice, ma spesso si traduce in attività frammentarie, senza strategia, senza visione e senza quella scintilla creativa che fa la differenza.

I dati servono, la tecnologia è indispensabile, ma è la creatività che rende un messaggio vivo e un brand indimenticabile.

Con un partner giusto al fianco, un’azienda può unire la forza dei numeri con l’energia delle idee e trasformare il marketing da tentativi isolati a una strategia che lascia il segno.

Vuoi capire come Aipem può aiutarti a evitare questi errori?

Contattaci subito per una consulenza personalizzata.

Condividi questo articolo:
Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Email