Valentina Persechino
Content Creator e Social Media Specialist di Aipem
Nel panorama del digital marketing, comunicare non è più solo una questione di presenza: è una questione di direzione. Ogni contenuto diffuso online — che sia un post social, un articolo di blog, una newsletter o una campagna — è una micro-decisione che influenza la percezione del brand.
In questo scenario, l’organizzazione è molto più di una buona abitudine: è la base della strategia. Ecco perché oggi il piano editoriale non è semplicemente un documento: è un sistema che collega obiettivi, contenuti e risultati, trasformando la comunicazione in uno strumento di crescita.
Secondo il Content Marketing Institute (2024), il 92% dei team marketing con una strategia documentata ottiene risultati migliori rispetto a chi procede senza una guida chiara. E HubSpot conferma: i contenuti pianificati generano 3 volte più lead rispetto a quelli prodotti senza una pianificazione editoriale.
Un piano editoriale è uno strumento strategico che guida la produzione e la pubblicazione di contenuti su canali digitali e non. Serve a definire cosa comunicare, a chi, come e quando, in funzione degli obiettivi di marketing e brand positioning. È l’alleato di chi vuole coerenza, efficienza e impatto in ogni contenuto.
Esistono diversi piani editoriali in base alle esigenze:
Non esiste un piano editoriale universale. Ogni realtà ha i suoi obiettivi, le sue risorse, il suo pubblico. Ma ci sono dei passaggi imprescindibili.
Si parte sempre da una fotografia chiara della situazione attuale. Quali sono gli obiettivi di comunicazione? Chi è il pubblico? Quali canali sono attivi? Quali contenuti funzionano (o non funzionano)? L’ascolto è fondamentale, anche dei competitor.
Un piano editoriale non è un elenco casuale di post. È una narrazione strutturata. Per questo, serve definire i pillar tematici, cioè le macro-aree attorno a cui ruotano i contenuti: valori di brand, prodotti/servizi, educational, storytelling, trend, eventi, ecc.
Ogni canale ha il suo linguaggio. LinkedIn non è Instagram, e una newsletter non è un blog. Il piano editoriale tiene conto delle specificità di ciascuna piattaforma, adattando contenuti e tono di voce. Senza perdere l’identità.
A questo punto si entra nel vivo: quando pubblicare? Cosa? Con quale frequenza? In quali formati? La calendarizzazione è il cuore operativo del piano editoriale, ma non è rigida: deve poter essere aggiornata in base ai risultati o a eventi esterni.
Ogni piano editoriale vive di cicli: va testato, monitorato e migliorato. L’analisi dei risultati — metriche quantitative e feedback qualitativi — permette di aggiustare il tiro e rendere la comunicazione sempre più efficace.
Nel 2025, comunicare bene significa soprattutto comunicare con metodo. Il piano editoriale non è solo uno strumento operativo: è un vero acceleratore strategico. Ecco perché:
In Aipem progettiamo strategie editoriali personalizzate che tengono conto del tuo tono di voce, dei tuoi obiettivi e del tuo pubblico.
Che si tratti di un piano social, blog, newsletter o multicanale, ti aiutiamo a trasformare i contenuti in asset strategici per la tua comunicazione.
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